Love me tender, love me sweet, never let me go”. “Amami teneramente, amami dolcemente, non lasciarmi mai andar via”, cantava la voce profonda e carezzevole di Elvis Presley sul finire degli anni Cinquanta. Quello che ciascuno di noi vorrebbe sentirsi dire all’orecchio ogni giorno. O forse no. Sì, perché il linguaggio delle relazioni amorose negli anni è cambiato così come si è modificato il modo stesso di definire una relazione una relazione amorosa.

Siamo ormai ben oltre il concetto di amore romantico, eterosessuale, in cui uomo e donna sono incasellati in ruoli di genere rigidamente definiti. E se è vero che le relazioni son sempre state qualcosa di articolato, oggi certamente ci sono degli elementi che vanno ad amplificarne la complessità. Tra questi vi è l’avvento delle tecnologie digitali e, in particolare, delle dating app che hanno trasformato radicalmente il modo in cui le persone cercano e vivono le relazioni romantiche e sessuali.

La rivoluzione delle dating app

Le dating app (Facebook Dating, Tinder, Bumble, Hinge, etc.) sono applicazioni per smartphone utilizzate per conoscere persone nuove e fissare appuntamenti di qualsiasi tipo, non solamente per ricercare rapporti sessuali occasionali come comunemente si è portati a pensare. Il ricercatore Justin Garcia del Kinsey Institute for Research on Sex, Gender and Reproduction le considera uno dei più grandi cambiamenti nella storia dell’accoppiamento umano.
Si tratta dell’evoluzione diretta dei siti di incontri nati negli anni ‘80 e con una certa diffusione a partire dagli anni ‘90 e 2000. Con l’avvento degli smartphone, le app di dating hanno preso piede a partire da una nicchia fortemente stigmatizzata quale quella dei membri della comunità LGBTQ+, fino ad arrivare in pochissimi anni ad un uso di massa e alla loro normalizzazione, almeno nella popolazione giovanile. Nel 2015, 199 milioni di persone hanno utilizzato app di dating a livello globale. Nel 2021, i numeri sono schizzati a 324 milioni (Curry, 2025). Non stupisce che la pandemia, tra chiusure di palestre, bar, discoteche, uffici e restrizioni agli spostamenti, abbia favorito fortemente la crescita del fenomeno.

In relazione al nostro Paese, secondo un sondaggio di YouGov condotto nel gennaio 2021, il 28% delle persone ha usato almeno una volta nella vita un’app di incontri. Una ricerca del Center for Economics and Business Research ha rilevato che 8,9 milioni di italiani sono attivi nelle dating app (Il Sole 24 Ore, 2018).

App di incontri: cosa spinge giovani e adulti ad utilizzarle?

È riduttivo concepire le dating app come delle piattaforme utilizzate solo per costruire relazioni romantiche con un partner.

A differenza di ciò che esprime Tinder con il suo slogan “Trova. Chatta. Incontra.” (Tinder, 2023), i ricercatori hanno scoperto negli anni che i motivi di utilizzo delle app di incontri sono numerosi e possono variare in base all’età, al genere e alla frequenza di utilizzo. De Ridder (2021) attraverso uno studio condotto su un campione di giovani londinesi ha evidenziato che vi è un pubblico ampio che le utilizza per ricercare un partner ideale, combattere la solitudine, esplorare la propria sessualità, combattere la noia e passare il tempo durante gli spostamenti nelle grandi città.

Il tema dell’intrattenimento e del divertimento nell’utilizzo delle app di incontri è stato analizzato anche da Sobieraj e Humphreys (2022). Gli studiosi sono arrivati alla conclusione che uomini e donne utilizzano queste piattaforme principalmente per divertirsi, ma con modalità diverse. Per gli uomini trovare diverse partner all’interno delle applicazioni è un simbolo di capacità di conquista e di successo attraverso cui affermare la propria mascolinità; nel mondo femminile invece si crea una grande condivisione mista a complicità al punto che spesso ci si ritrova insieme ad un’amica a fare battute sulle fotografie degli uomini e a decidere chi accettare e chi rifiutare.

Le dating app e il cambiamento nel modo di vivere le relazioni

Senza ombra di dubbio le app di incontri hanno semplificato e reso più fruibile il processo di conoscenza e gli incontri tra potenziali partner. Questo ha permesso a persone di età, orientamenti sessuali e background diversi di connettersi con una facilità senza precedenti e di avere a disposizione un “database di possibilità” apparentemente infinito per esplorare una vasta gamma di opzioni puramente sessuali o romantiche.

Il merito è degli algoritmi complessi che stanno dietro al funzionamento di queste app che possono conferire un senso di credibilità e sicurezza agli utenti, aiutandoli a gestire l’ampio ventaglio di possibilità di connessioni. Al contempo, però, possono ridurre le relazioni a semplici transazioni digitali, compromettendo la profondità emotiva, la qualità delle interazioni umane e l’oggettificazione degli individui.

Il meccanismo basato sullo swipe (scorrere, scartare), spesso utilizzato per decidere se un profilo è interessante o meno, si concentra principalmente sull’aspetto fisico, relegando le informazioni più profonde su interessi e personalità in secondo piano. Questo può portare a una riduzione della qualità delle interazioni, con conversazioni che talvolta restano a un livello superficiale. Non solo. L’ampiezza del parterre nel “database di possibilità” può indurre le persone a pensare che dietro lo “swipe” si nascondano possibilità migliori con un conseguente perenne stato di insoddisfazione dove nessuna connessione sembra mai abbastanza buona per diventare duratura. Questo può rendere più difficile sviluppare legami profondi o duraturi, portando a una cultura dell’incontro “usa e getta”, dove le relazioni non vengono coltivate ma scartate di fronte alle prime difficoltà.

Risvolti psicologici e affettivi nell’uso delle app di incontri

Gli utenti, soprattutto quelli che non trovano successo immediato sperato in uno o più “match”, possono ritrovarsi a vivere sentimenti di rifiuto o bassa autostima. La ricerca costante di feedback positivi attraverso le conversazioni ed eventuali inviti ad approfondire la conoscenza oltre lo schermo del pc o del cellulare può diventare una fonte di ansia, alimentando un ciclo di dipendenza dall’approvazione altrui.

Questo fenomeno è particolarmente evidente quando gli utenti si confrontano con il numero di match, di interazioni o di inviti ricevuti mettendo in relazione diretta il proprio valore personale alla quantità di attenzioni ricevute nelle app. Inoltre, per molte persone, le app di incontri possono diventare una forma di “gamification” delle relazioni, dove ogni match o interazione è visto come una piccola vittoria, rendendo il processo di ricerca del partner più simile ad una sfida piuttosto che ad un’autentica esplorazione emotiva.

È poi alle app di incontri che si deve riconoscere un grande contributo alla diffusione della cultura delle relazioni occasionali facilitando l’organizzazione di incontri sessuali senza impegno. Sebbene questo possa essere per alcuni indice di un certo numero di gradi di libertà nel poter vivere la propria sessualità senza legarla ad aspetti emotivi ed affettivi, per altri può essere alla base dell’insorgenza di vissuti di vuoto e insoddisfazione, soprattutto se si è alla ricerca di connessioni più profonde o relazioni affettive durature.

Dating app promosse o bocciate?

Le app di incontri hanno indubbiamente rivoluzionato il modo in cui le persone si relazionano tra loro e vivono la propria sessualità. Sebbene offrano nuove opportunità per esplorare e connettersi con altre persone, presentano anche rischi legati all’eccessiva leggerezza, alla superficialità, all’ansia da prestazione e alla difficoltà di creare legami autentici.

Come per molte altre tecnologie, l’approccio che gli utenti adottano nell’utilizzo di queste piattaforme è fondamentale per determinarne l’impatto sulla propria vita relazionale. Pertanto, sì ad un utilizzo consapevole che bilanci l’ausilio della tecnologia con interazioni più autentiche e, perché no, anche casuali!

Riferimenti bibliografici

Curry, D. (2025). Dating App Revenue and Usage Statistics. In https://www.businessofapps.com/data/dating-app-market/

De Ridder, S. (2022). The Datafication of Intimacy: Mobile dating apps, dependency, and everyday life. Television doi:10.1177/15274764211052660

Sobieraj, S., & Humphreys, L. (2022). The Tinder Games: Collective mobile dating app use and gender conforming behaviour. Mobile Media & Communication, 10(1), 57-75. doi:10.1177/20501579211005001

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